mercoledì 26 gennaio 2011

Powermac G5 meteopatico

Tempo addietro acquisii un interessante Powermac G5, l’offerta era ottima dato che la macchina soffriva di problemi al boot, e a detta del suo precedente proprietario la cosa era diventata impossibile da gestire, quindi se ne voleva liberare ad un cifra irrisoria. Confidando nella mia capacità di sistemare la macchina, e la mia passione per i computer della Mela soprattutto PPC, non me lo sono fatto scappare e l’ho subito preso.

Le specifiche della macchina recuperata sono processore G5 Dual 1,8 ghz 2 gb di ram HD sata da 80 gb, scheda Nvidia 5200 Ultra compatibile core Image, installato Leopard. Appena ritirato mi sono recato subito da un mio amico iniziando a testare quale parte dovesse essere sostituita per rimettere a nuovo il mostro, sostituzione di HD, banchi di ram diffettosi, scheda video cotta, ecc. Collegato alla rete elettrica il G5 ha fatto il boot fino alla schermata con il logo della mela e poi nulla più, il controllo dell’HD e dei banchi di ram non riportavano problemi.

Iniziammo una serie di spippolamenti degni dei riti voodoo più esoterici, tipo reset della pram da tastiera, reset della pram da open firmware, avvio da disco attaccato in firewire, scambio della posizione dei banchi di ram, avvio da DVD, combinandole poi l’una con l’altra tipo, se resetto la pram con inserito il dvd ma cerco di avviarlo da disco esterno, e via di questo passo, dopo due ore di tentativi ci stavamo rassegnando alla definitiva dipartita del Mac, ed io mi subivo gli sfottò del compagno di avventura, tipo “che bel ferma porte da 35 kg che hai portato a casa oggi”, “sai cosa ci potresti fare metterci un acquario come quelli che si vedono su internet”, oppure “chissà quanto ti fanno pagare per smaltirlo”, quando tra un rimbrotto e l’altro gli viene un idea incredibile “e se fosse troppo fresco qui, sai magari è come un diesel, deve scaldarsi le candelette prima di partire” e ridendo per la sua presunta simpatica battuta, prende uno di quei ventilatori, con resistenza al seguito, lo attacca lo spara nel case aperto del G5 pigia l’accensione e BAM il mac si accende ed arriva al desktop di OSX. Incredibile, non è possibile, iniziamo a cercare su internet casi del genere e scopriamo che i powermac G5 soprattutto dual hanno 2 problemi uno è la perdità di liquido dal sistema di raffreddamento per alcuni modelli, l’altro è che a quanto pare un chip sulla scheda madre denominato U3 (dovrebbe essere il controller della ram), ha problemi nella saldatura delle BGA, quindi cambiando la temperatura le dilatazioni dello stagno dei componenti del chip causano falsi boot non riconoscendo o la ram o il processore.

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Bene, e adesso l’unica cosa da fare sarebbe trovare qualcuno che stacchi il chip BGA e lo risaldi (cosa praticamente aldilà della portata di qualsiasi hobbista), noi optiamo per la scelta Kamikaze n° 2 che invitiamo nessuno a ripetere A MENO CHE NON VOGLIA DISTRUGGERE DEFINITIVAMENTE , il powermac , confidando nella dea bendata e dopo una serie di riti propiziatori, pensando che male che vada un bel acquario non ci starebbe male in casa mia, smontiamo lo smontabile copriamo tutte le parti plastiche vicino al chip in questione, prendiamo una bella pistola ad aria calda la puntiamo direttamente sulle saldature del chip e scaldiamo il tutto per un tempo che noi stessi abbiamo definito fin quando non ti vengono i rimorsi di coscienza, (cmq qualchè minuto) avendo l’accortezza di capovolgere il case in modo che il peso del chip spinga sulle saldature.

Risultato ora ho un bel acquario, no scherzavo, ho un bel powermac G5 che si accende al primo colpo per il 90 percento delle volte e basta far scaldare l’elettronica, lasciandolo accesso qualche minuto in crash per assicurarsi al prossimo boot l’avvio.

Aggiungo che una volta arrivati al desktop il computer è in grado di lavorare per giorni di fila come ho più volte testato senza problemi. Bene ci mancava anche un powermac G5 metereopatico nella collezione di vecchi computer...

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